Campodarsego, il suo territorio, la sua storia, ha al suo attivo oltre una decina di libri pubblicati negli anni da scrittori e storici quali A. Benetti, Loris Fontana, R. Marconato, C. Marcato, solo per citarne alcuni, ma l’elenco sicuramente non è esaustivo. Ogni famiglia li possedeva, distribuiti in omaggio dal Comune, dalla Cassa Rurale, acquistati per sostenere le spese di restauro o semplicemente acquisiti per avere una testimonianza storica delle nostre radici. Qualcuno purtroppo se ne disfa, perché ritenuti obsoleti….. peccato! Qualche giorno fa nella casetta dei libri in quel di Tergolandia abbiamo recuperato, aprendone per caso gli sportelli per fare un po’ di ordine, :
BRONZOLA territorio, storia, architettura di una Comunità di Francesco Pio Dotti – Don Sergio Coccato – Costanza Scarano Argiro’ – Fernando Dotti.
S. Maria in Campanigalli – di Loris Fontana e Claudio Marcato, quest’ultimo davvero introvabile.
Questi titoli non ci erano sconosciuti, ma letti molti anni fa. I ricordi si disperdono, i dettagli sfumano così come anche le tracce tangibili. Ci eravamo confrontati con la gente del luogo per ricordare dove si ergeva il Lazzaretto. Solo qualche anziano ebbe modo di indicare la possibile collocazione. Si diceva che ” lì dentro verso la sponda del fiume “ indicando probabilmente via Tergola o via Bazzati, un rudere che oramai non esiste quasi piu’, veniva chiamato “ il Lazzaretto “. Il riferimento è contenuto anche nel libro su Bronzola, dove F. Dotti , con una informazione succinta a pag. 86, cita ” che la popolazione a seguito delle continue pestilenze ( 1555–1576-1631) eresse un Lazzaretto ai confini di Bronzola vicino al fiume Tergola”. Stiamo parlando della pestilenza del 1576 di cui fu vittima illustre anche Tiziano Vecellio al pari del figlio Orazio. La Pestilenza del 1631 è quella citata nei “Promessi Sposi”. Le epidemie portarono la popolazione di Padova da 36.000 abitanti a 12.600. Negli Archivi di Stato di Padova sono contenuti numerosi documenti provenienti da zone vicine ( Vigonza, Vigodarzere, Mellaredo) che attestano la presenza di iniziative volte a preservare i villaggi dal contagio. Citiamo per vicinanza, l’allarme contenuto in questa missiva inviata dal Podestà Paolo Dolfin alle allora Autorità Sanitarie :
TESTIMONIANZE DALL’ ARCHIVIO DI STATO DI PADOVA
ASPd, Sanità, tomo n. 262:
«Clarissimi tamquam patres honorandi.
Essendomi venuto ad orecchie da diverse bande et luochi che per causa pestilential di morbo sono banditi molti villaggi et ancho, alli giorni prossimi passati, bandita Verona et alcuni de’ suo villaggi, né avendo fin’hora havuto notitia certa, mi hà parso inviar le presenti a Vostre Signorie Osservandissime, supplicandole ad esser contente se sono alcuni luochi suspetti, Ser Iddio nol voglia, darmene particular aviso, acciò possi proveder a’ quanto è debito mio per conservation di questo loco a me da Sua Serenità commesso, et popoli in esso et territorio habitanti; et con ciò facendo fine et a Sue Mangificentie Servandissime offerendomi me gli faccio sommamente raccomandato.
Di Campo S. Piero, li 12 settembrio 1575
Di Vostre Signorie Servandissime
Paulo Dolfin Podestà»